valigia parto

La mia valigia parto

Tra i tanti pensieri e le mille preoccupazioni che avevo in gravidanza, al settimo mese mi sono trovata davanti al problema della preparazione della valigia per l’ospedale.

Partendo dal presupposto che odio preparare le valigie a prescindere – anche quelle che dovrò portare in vacanza e che si suppone siano piacevoli da riempire perché “Dai che tra qualche giorno si va al maaaareeeee!” – capire cosa mettere dentro è stato un preludio al travaglio.

Come fare allora? Cerca, cerca, cerca…

Cercando online ho trovato tante informazioni e tanti consigli su mutandine, assorbenti, camicie da notte, reggiseni ecc… Fino a che l’ospedale dove sarei andata a partorire mi ha fornito la sua lista. Si, perché ogni ospedale ha una lista diversa a seconda dei servizi che offrono (se l’ospedale dove hai deciso di partorire non ti ha fornito la sua lista chiedila tu).

Ovviamente ho comprato tutto l’occorrente, ma quanto di quello che ho messo dentro la valigia ho effettivamente usato? Mhmm… Di certo devi avere con te qualche cambio, ma se dimentichi qualcosa o non ci sta tutto nel borsone o nella valigia che hai scelto puoi fartela portare anche dopo.

La sera che sono arrivata in ospedale c’era un papà in sala d’attesa che parlava coi nonni del bambino che stava per nascere. Mi è rimasto impresso perché teneva in mano una tutina piccolissima, il cambio di suo figlio, mentre io avevo metà valigia piena delle cose per mia figlia – i 3 cambi richiesti dall’ospedale, composti da calze, cappellino, body, maglia e ghettine o tutina, nella variante “leggera” di cotone e “pesante” in caldo cotone. Sono stata così ligia nel preparare tutto che ci sono rimasta male quando poi effettivamente l’ospedale non ha calcolato né il secondo né il terzo cambio. Perché fortunatamente ho potuto lavare e vestire da sola la mia bambina nei giorni che sono rimasta lì, ma se anche avessi dimenticato un paio di calzini non sarebbe certo crollato il mondo!

Non crolla il mondo!

Invece io ero convinta che si! Sarebbe crollato il mondo e volevo evitarlo a tutti i costi. Quindi ho girato mille negozi in cerca di una limetta per unghie che avesse una grammatura idonea a una neonata, ho comprato pettine e spazzola super morbidissimi, cappellini con diciture 0-3 mesi di marche diverse perché avevano circonferenze diverse, quindi vai a sapere tu quale fosse quella giusta! E niente, alla fine un sacco di cose sono rimaste inutilizzate, come le limette. Ho provato a passarle sulle unghie di mia figlia ma erano così morbide che si piegavano invece di accorciarsi quindi alla fine ho optato per le forbicine.

Dopo qualche tempo, il buon google che memorizza tutto mi ha mostrato un tipo di limette create ad hoc per i neonati, facili da usare perché si inseriscono nel pollice della mamma che così è libera di tenere la manina del bimbo in tranquillità. Non le ho mai provate quindi se voi che leggete avete esperienze al riguardo condividetele con noi!!

Ma oggi, come ci si organizza per l’ospedale?

Con la situazione Covid che non accenna a migliorare non so che aria si respira negli ospedali, se la mamma può ricevere sostegno e aiuto da fuori nel caso in cui si dimentichi qualcosa, se è aiutata dalle infermiere dopo aver subito un cesareo, e quindi vi chiediamo anche per questo argomento di condividere le vostre esperienze, per essere di aiuto ad altre mamme che stanno passando un momento così delicato e così importante senza la giusta preparazione.

Grazie!

P.s. Potete trovare le limette per unghie di cui vi parlavo a questo link, ma se cercate li troverete anche su amazon e altri siti online.

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