allattamento

Allattamento e nanna

L’allattamento notturno, si sa, è una fatica! Nei primi mesi di vita di un bambino, quasi tutte le mamme allattano a richiesta e questo significa essere a disposizione a qualunque orario. Una specie di “sequestro di seno” che condiziona tantissimo la vita di una donna e che alla lunga
può risultare pesante. Specialmente di notte, specialmente con i bambini abituati ad addormentarsi attaccati al seno.

Nei primi tempi può risultare poetico e quasi “comodo” addormentare il proprio bimbo dandogli il seno: si dorme vicini, si rafforza il legame madre-figlio, ci si prende un momento di coccole che fa scivolare dolcemente verso il sonno e la serenità. È effettivamente una cosa bellissima ed è comprensibile che un bambino non voglia abbandonare questa pratica.

Ma dopo un anno/un anno e mezzo, tante mamme cominciano a chiedersi “ma quando finisce questo vizio?”

Aver bisogno sempre e solo del seno per addormentarsi, può essere visto effettivamente come un capriccio, una fissazione che ostacola molte autonomie:

  • del bambino (non lo aiuta di certo a dormire da solo nel suo lettino)
  • della mamma (presa in ostaggio ogni sera)
  • del papà (che non sperimenta mai la possibilità di addormentare il suo piccolo)
  • della famiglia (la coppia genitoriale, ma anche gli altri eventuali figli, vedono “interrotto” un momento serale in cui di solito ci si riunisce e si sta insieme: la cena, un film insieme, le coccole, i racconti e i baci, vengono rimandati al post “titta & nanna”, attività a volte lunga e difficile, da cui la mamma spesso esce stanca).
Ma perché è così importante il seno prima di dormire?

Molto dipende dalla melatonina, ovvero l’ormone che determina il ritmo sonno-veglia: viene prodotta quando la retina umana non è esposta alla luce, quindi di notte, quando c’è oscurità. Ma il neonato (che non nasce con ritmi circadiani funzionali e quindi ha un sonno distribuito durante TUTTO il giorno e la notte) non la sintetizza autonomamente! È solo verso i 3 mesi che il ritmo circadiano comincia ad emergere e piano piano porterà il bambino a dormire regolarmente di notte e restare sveglio di giorno.

Quindi nei primi mesi come assume melatonina un bambino? Il suo corpo come capisce quando è ora di riposarsi? Attraverso il latte materno! Le ricerche hanno appurato infatti che il latte materno di giorno è sprovvisto di melatonina, mentre ne è molto ricco proprio durante le ore notturne, quando la mamma non riceve stimolazioni luminose. Questo per accompagnare il bambino verso un ritmo sonno-veglia “regolare” e ridurre la sua agitazione notturna.

Ecco anche perché fisiologicamente una neo mamma è portata ad addormentarsi presto con il suo bambino: segue il ritmo del sonno assecondando la naturale riduzione di luce serale! (Non siete voi ad essere diventate di colpo delle nonnine!)

Ma quindi è così fondamentale il seno prima di addormentarsi?

NO! Per un bambino è fondamentale il ritmo e il rituale, ma i riti cambiano con l’avanzare dell’età del bimbo e anche col cambiamento delle necessità della famiglia.

Cosa fare
  • Provate a sostituire gradualmente l’allattamento con un’altra routine. Quando il bambino manda i segnali di stanchezza, anticipate il vostro offrire il seno con un “segnale” di inizio della routine di addormentamento: una carezza o una frase ricorrente come “è ora di fare la nanna” oppure “shhhhhh… adesso ci prepariamo per la buona notte”. Mentre lo allattate provate a cantargli una ninna nanna, o raccontargli una storia, o fargli carezze al viso o ai capelli. Questo permetterà al piccolo di associare al rilassamento non solo il latte materno, ma anche altri gesti. Piano piano, provate a far cominciare prima questi gesti, suoni o parole, e poi ad attaccarlo al seno, riducendo sempre più il tempo di allattamento pre-nanna.
  • Togliergli seno da sotto al naso! Mentre il vostro piccolo si sta per addormentare, ma non è ancora del tutto sopito, togliete il seno dalla bocca. Potrebbe svegliarsi e protestare e a quel punto lo attaccherete nuovamente per qualche minuto, giusto il tempo che si tranquillizzi. E poi riprovate. Fate tentativi ad ogni addormentamento, finché non si abituerà a vedersi sfilare di bocca serenamente il suo oggetto consolatorio. Infatti questo consiglio è valido per il seno, ma anche per il ciuccio o il biberon.
  • Favorite il rilassamento. È più efficace se carezze, ninne nanne e parole dolci, vengono utilizzate inizialmente quando il bambino è già tranquillo e rasserenato; perché in questo modo le collega mentalmente a uno stato di benessere. Quindi cercate di partire fin dai primissimi segnali di stanchezza del bimbo ad abbassare le luci, i toni delle voci, gli stimoli sensoriali (tv, cellulari, palestrine, giochini musicali). Entrate in una zona di quiete e riposo. Questo aiuterà il bambino a tranquillizzarsi e predisporsi meglio alle routines di accompagnamento al sonno che andranno a sostituire il rituale del seno.
  • Introducete altre figure. Come gradualmente vanno inserite altre routines, gradualmente si possono inserire anche altre figure: il papà in primis, ma anche la nonna, una sorellina, qualunque care giver stabile e ricorrente. È importante che il bambino impari ad addormentarsi sentendo anche altre voci, altre mani, altre energie. E finché non glielo farete sperimentare, lui non potrà imparare!
  • Trovate il vostro metodo. Ci sono genitori che per addormentare i loro figli gli fanno fare giretti in macchina per un’ora, quelli che li cullano dolcemente e quelli che ballano scatenati con i bimbi in braccio, quelli che usano le app di white noise (o il phon e l’aspirapolvere!) e quelli che cantano la ninna nanna, quelli che raccontano storie ma anche quelli che fanno massaggi ai piedi! Ogni bambino e ogni genitore sono unici. Sperimentando diverse cose capirete quello che piace a vostro figlio e anche quello che viene più congeniale a voi.

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