ciuccio

Ciuccio: istruzioni per l’uso

Il ciuccio salva molte di noi dai pianti inconsolabili del nostro bambino. Questo perché permette la suzione anche senza scopo nutritivo e questo automatismo innato lo consola e lo rassicura esattamente come il seno materno. Inoltre nei primi sei mesi riduce perfino il rischio di SIDS (la sindrome da morte in culla), e allena la suzione al seno per i prematuri che ancora non riescono ad attaccarsi al seno.

Ma ci sono anche dei contro: un uso prolungato può rallentare la dentizione e causare problemi al palato, o anche modificare la pronuncia di certi suoni (la t, la d o la s, ad esempio); inoltre porta i bambini a respirare di più con la bocca e questo può esporre a infezioni di naso e gola (se il bimbo è predisposto anche ad otiti!), oltre a prolungare la deglutizione infantile.

Per questo il ciuccio andrebbe tolto tra i 24 e i 36 mesi, ma anche prima è consigliabile limitare il suo utilizzo: ad esempio non dandolo durante il giorno, mentre il bambino è impegnato in attività di gioco o di socializzazione. Questo perché avere la bocca “occupata” inibisce l’esplorazione (come sappiamo il neonato mette tutto in bocca per conoscere, esplorare i materiali, la loro composizione, durezza, ecc…), ma ostacola anche le prime conversazioni con i suoi pari! Inoltre distrae dal gioco e riduce la sua concentrazione.

Se poi viene usato per consolare ogni piccola frustrazione del bimbo, ecco che non lo aiuterà a gestire le sue emozioni e ad imparare ad esprimere il nervoso o l’ansia.

Quindi: come toglierlo?

Innanzitutto andiamoci per gradi! Sarebbe inutile farlo sparire di punto in bianco: per nostro figlio sarebbe un trauma e rischieremmo solo di farlo compensare con il temuto pollice in bocca! Anche utilizzare frasi come “sei grande ormai” oppure “tutti gli altri bimbi della tua età non lo usano più” potrebbero essere controproducenti: i bimbi più sensibili le vivrebbero come una presa in giro, e fare paragoni con altri compagni potrebbe aumentare sensi di colpa o insicurezze.

Provate invece a cominciare ad anticipare l’avvenimento, sia quando giocate con le bambole che quando parlate insieme del futuro. Permettere al bimbo di immaginare il futuro gli darà più sicurezza e stabilità quando dovrà affrontare il cambiamento, perché sarà una cosa a lui nota, e magari anche concordata insieme come periodo (ad esempio: potreste proporre di portare il ciuccio ai bimbi piccoli, quando finirà la scuola).

Mi raccomando però di non toglierlo mentre si stanno affrontando altri cambiamenti importanti.

Pensare di togliere al bambino la sua consolazione, mentre magari togliamo il pannolino, il seno, o lo mettiamo a dormire nel suo lettino, lo costringerebbe ad affrontare troppe cose tutte insieme! Inoltre è bene essere coerenti con la linea scelta: se concordiamo con nostro figlio di non usare il ciuccio durante il giorno, magari mentre giochiamo, sarebbe bene non cedere su questo punto. Perché tornare sui propri passi darebbe un messaggio contraddittorio, e porta il bambino a pensare che quello che dite non sia così sicuro.

Piuttosto siate positivi ogni volta che non lo usa, o che lo ripone nella scatolina; può essere anche un gioco: mettere a nanna il ciuccio in certi momenti della giornata concordati insieme. Usate rinforzi positivi quando non lo usa, come complimenti e gratificazioni; abituatelo gradualmente all’autonomia dal ciuccio e sappiate che quando lo lascia spontaneamente durante il giorno si può provare a toglierlo di notte, festeggiando con lui ogni successo e non sgridandolo per eventuali richieste.

Quando vi chiederà di nuovo il suo amato ciuccetto, sostituite la consolazione che gli dava quell’oggetto con una coccola, o verbalizzando le sue emozioni, o raccontandogli una storia (magari proprio sulla crescita e il distaccamento dal ciuccio! Ce ne sono di molto belle: mia figlia adorava “il ciuccio di Nina”).

È un cambiamento molto importante che non deve avvenire con fretta, piuttosto accompagniamo il nostro bimbo nel suo diventare grande, rispettando i suoi tempi e sostenendolo.

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